Le coccinelle
“Il meraviglioso mondo delle affamatissime Coccinelle”
Quando mi capita di parlare di insetti con la gente, la maggior parte dichiara una innata avversione verso questi animali, un misto tra ripugnanza e orrore, il che in alcuni casi è pure comprensibile. Ma nessuno, dico nessuno, mi ha mai detto che gli fanno schifo le Coccinelle. Anzi!
Questa popolarità potrebbe essere legata alla piacevole forma tondeggiante del corpo e ai colori brillanti, oltre che alla nota reputazione di insetti benefici per le piante, che con il tempo hanno elevato questi insetti a simbolo di portafortuna o addirittura legati ad importanti figure divine (basti pensare al temine inglese Ladybird, che deriva da “Our Lady’s bird” ovvero “uccellino della Vergine Maria”, oppure al corrispettivo scandinavo Freyjuhaena, in onore a Freyja, la dea dell’abbondanza nella mitologia norrena).
Le Coccinelle sono Coleotteri e fanno parte della famiglia Coccinellidae (dal latino coccineus, cioè “scarlatto”), un gruppo costituito a livello globale da oltre 5000 specie, caratterizzate da dimensioni piuttosto contenute e dalla forma del corpo emisferica, a causa di elitre convesse e superficie ventrale piatta. Ma gli afferenti a questa famiglia sono contraddistinti da peculiarità evolutive a dir poco singolari, alcune graziose come il polimorfismo cromatico, altre decisamente più brutali come l’estrema promiscuità sessuale e il cannibalismo.
Coccinelle cannibali? Esatto.
Ed arrapatissime. Vero pure questo. Ma andiamo avanti…
Osservando le vostre piante sicuramente avrete potuto apprendere che il ciclo biologico delle Coccinelle presenta 4 stadi: uova, larva, pupa e adulto. Le uova, generalmente di colore giallo brillante e di forma allungata, vengono deposte in gruppo nelle vicinanze delle fonti di cibo per le larve (come ad esempio le colonie di afidi o cocciniglie).
Dopo qualche giorno, nascono le larve che sono di forma allungata, ma con una livrea che può essere molto diversa: nera o grigiastra e ornata di protuberanze spinose e di punteggiature gialle, bianche o arancioni (tipico delle sottofamiglie Coccinellinae e Chilocorinae) oppure completamente ricoperta di ciuffi di cera bianca (tipico della sottofamiglia Scymninae). Tutte, però, rapide nei movimenti e voracissime!
Una delle caratteristiche molto interessanti delle larve di Coccinelle è che condividono la stessa dieta degli adulti, in contrasto con quanto avviene nella maggioranza degli insetti. Lo so che conoscete benissimo le Coccinelle che si nutrono di afidi o di cocciniglie, ma lo sapevate che esistono specie che si nutrono di funghi? O di polline? O addirittura di piante???
Dite la verità, con quest’ultima notizia vi ho offuscato il mito delle Coccinelline tutte carine e simpatiche… Per fortuna vostra in Italia ci sono solo poche specie fitofaghe, come Henosepilachna argus e Henosepilachna elaterii (entrambe dannose e legate sia alle Cucurbitacee selvatiche che a quelle coltivate) oppure Subcoccinella vigintiquatuorpunctata (polifaga su diversi vegetali, ma quasi mai dannosa).
Una volta completato lo sviluppo, le larve si trasformano in pupe, che ricordano vagamente la forma delle stesse larve raccolte su sé stesse. Da queste emergeranno gli adulti che presentano la colorazione tipica della specie. Detto così sembrerebbe una cosa semplice il loro riconoscimento, ma in realtà alcune specie di Coccinelle possiedono un notevole polimorfismo genetico che si manifesta con colorazioni molto diverse da quella “classica”. Ne sono un esempio le molteplici colorazioni della asiatica Harmonia axyridis (conosciuta non a caso come Coccinella Arlecchino), che vanno dal rosso con puntini neri al nero con punti rossi fino all’arancio con punti neri, come anche la colorazione melanica della nostrana Adalia bipunctata.
Ma perché questi splendidi coleotteri hanno queste colorazioni così vistose? Il motivo principale è legato alla difesa dai predatori: in pratica le macchie contrastanti con il colore di fondo delle elitre avvisano il potenziale aggressore che sta per mangiarsi una preda velenosa o di cattivo sapore. In effetti non è solo un bluff cromatico, perché le Coccinelle sono in grado di produrre robetta chimica tipo alcaloidi, istamine, glucosidi, ecc.
Obiettivamente, adesso che ve l’ho detto, ve le mangereste?
Non contente, molte Coccinelle se disturbate sono in grado di secernere, da particolari pori in corrispondenza delle zampe, goccioline di fluido giallastro: questo non è altro che l’emolinfa interna al corpo (praticamente il sangue degli insetti) mista a un cocktail di sostanze volatili dall’odore acre. Ma quanto sono simpatiche queste Coccinelle, eh?
Gli adulti dei Coccinellidi sono, inoltre, caratterizzati da una elevata promiscuità. Ciò significa, per esempio, che una femmina di Adalia bipunctata per ottenere la fecondazione delle uova deve accoppiarsi con più di 10 maschi diversi. Lasciando da parte i commenti più scabrosi, il motivo di questi “facili costumi” è legato al fatto che esiste una elevata incompatibilità genetica tra le uova e lo sperma di femmine e maschi, e le femmine sono costrette a raccogliere lo sperma dei potenziali “papà” in particolari spermateche, in modo da aumentare le probabilità di fecondazione delle loro uova. E ai maschi piace vincere facile? Neanche per sogno! I poveri maschi, dal canto loro, ad ogni accoppiamento rilasciano nella femmina una quantità enorme di sperma, nella speranza di occupare con il proprio seme le spermateche femminili e vincere così la smisurata competizione per la nuova discendenza. Credo che a fine giornata andranno a dormire molto presto…
Un’altra simpatica peculiarità delle Coccinelle, sia larve che adulti, è quella di ricorrere al cannibalismo quando il cibo scarseggia, soprattutto ai danni degli individui più vulnerabili come uova, larve appena schiuse, pupe, adulti neoformati, ecc.
Le specie più soggette a mangiare i loro consimili sono le Coccinelle che si nutrono di afidi, perché l’abbondanza di questa tipologia di cibo è estremamente variabile durante le stagioni.
In Italia esistono oltre 120 specie di Coccinellidi, alcune estremamente conosciute, altre note solo agli specialisti, alcune facili da trovare e riconoscere, altre relegate invece a particolari ambienti. Senza scomodare quelle esotiche, introdotte per motivi di lotta biologica ma ormai acclimatate benissimo nel nostro Paese, tra quelle indigene vale la pena ricordare:
- Coccinella septempunctata, è la specie più conosciuta e simbolo di fortuna. È una grande divoratrice di afidi e frequenta spesso giardini e orti;
- Adalia bipunctata, è una specie molto comune. Rusticissima, è facilmente ritrovabile sulle latifoglie arboree, ma non è raro incontrarla anche in zone coltivate o sull’erba;
- Hippodamia variegata, è caratterizzata dalla forma ovale del corpo. Predilige tutti gli ambienti caldi e secchi, dove vive a spese di afidi, anche se non disdegna cocciniglie, polline e melata;
- Propylea quatuordecimpunctata, è una specie molto utile perché si nutre di diversi afidi molto dannosi, tuttavia non è molto frequente nei giardini e negli orti;
- Psyllobora vigintiduopunctata, è una piccola specie con scarsissima variabilità cromatica, quindi la si trova sempre con la livrea gialla puntinata di nero. È micetofaga, ovvero si nutre di funghi che si sviluppano sulle piante, come oidi e ruggini, soprattutto d’estate;
- Exochomus quadripustulatus, è particolare per la forma scampanata delle elitre. Si nutre di cocciniglie soprattutto sugli alberi, infatti è facile trovarla anche su olivi e alberi da frutto;
- Nephus bipunctatus, di forma nettamente ovale e di colore nero con 2 macchie rosse, ad un primo sguardo non sembra neanche una Coccinella. Anche le larve sono particolari perché ricoperte da fiocchi cerosi bianchi. Come gli altri congeneri, molto simili esteticamente, si nutre di cocciniglie;
- Stethorus punctillum, è il coccinellide più piccolo della nostra fauna. Completamente nero, si nutre in maniera spietata dei ragnetti rossi, tanto da essere in grado di contenerli naturalmente.
I benefici per le piante derivanti dall’attività di predazione delle Coccinelle sono noti da molto tempo (addirittura si fa menzione del loro positivo apporto nella coltivazione del luppolo nei primi anni dell’Ottocento): praticamente, da oltre un secolo, vengono utilizzate proprio per il controllo biologico di afidi e cocciniglie. Non a caso, l’introduzione dell’australiana Rodolia cardinalis, laddove è stata introdotta la grossa cocciniglia Icerya purchasi, è considerabile uno dei più riusciti esperimenti di lotta biologica a livello globale.
Per dare un’idea sull’apporto alla lotta biologica di questi insetti, dovete sapere che una larva della comunissima Coccinella septempunctata può divorare nella sua vita una quantità di afidi variabile da 100 a 2000, in funzione delle dimensioni e dell’abbondanza, e da adulta può arrivare a consumare una settantina di afidi al giorno. Secondo alcune stime, nella bella stagione una coppia di Coccinelle e la loro prole possono arrivare a mangiare qualcosa tipo 57000 afidi!
Mentre le specie predatrici di cocciniglie “a scudetto” o di pseudococcidi riscuotono sempre un gran successo, le specie predatrici di afidi non sono sempre così affidabili perché risentono delle enormi fluttuazioni delle popolazioni delle loro prede ed inoltre le Coccinelle arrivano quando ormai le popolazioni degli afidi sono molto numerose ed hanno già provocato danni. Tali difetti possono essere limitati usando questi insetti utili su superfici piccole o in ambienti protetti (es. serre).
Tuttavia, anche in questo caso c’è il rovescio della medaglia. L’introduzione e la facile acclimatazione in vari Paesi del mondo dell’asiatica Harmonia axyridis ha determinato la sua rapida diffusione nei nuovi areali. Fino a qui niente di particolare, se non fosse la bestiola in questione sia una delle più fameliche Coccinelle in circolazione e ciò ha determinato una concorrenza sleale con quelle native, tanto che in alcune zone le sta letteralmente soppiantando, dando origine a problemi ecologici non di poco conto.
Nonostante tutto, le Coccinelle sono, a pieno titolo, degli insetti utilissimi, capaci non solo di aiutarci nella lotta contro quelli dannosi alle nostre piante, ma anche di allietare con la loro presenza i nostri orti e giardini. Il consiglio, oltre a quello di limitare al massimo l’uso di insetticidi a largo spettro, è quello di dotarvi di un Bug hotel, una casetta per gli insetti in pratica, che possa regalare un rifugio durante l’inverno, tra gli altri, anche a questi splendidi animali.
Al prossimo post!
Francesco Croci
Ora capisco perché, nonostante la loro cospicua presenza , nel melo non sono riuscite a debellare le afidi ( o gli afidi?)
Grazie Francesco !
Mi fa piacere che ti sia piaciuto e che sia stato utile. Grazie a te Rita!
Bellissima descrizione che ho letto con molta attenzione, mi complimento con te Francesco, sai descrivere con molta professionalità, ma anche con quel pizzico di ironia che rende piacevolissima la lettura.
Non sai quanto mi faccia piacere un giudizio così. Grazie mille!