Le Cimici
Cimici, oltre al puzzo c’è molto di più
Cimici. Già il nome evoca brutti pensieri.
Ovviamente non vi parlerò di spy-story o agenti segreti, sia chiaro, ma degli esserini a 6 zampe che tutti noi conosciamo fin da bambini, quando volontariamente o no li abbiamo schiacciati e siamo rimasti disgustati dall’odore pungente che rilasciano. Esatto, quel puzzo tremendo che sembra di averlo addosso anche quando ci siamo lavati varie volte!
Cimici, appunto.
Da un punto di vista strettamente entomologico appartengono all’ordine dei Rincoti (o Emitteri) e precisamente al sottordine degli Eterotteri, che sono caratterizzati morfologicamente dalla parziale sclerificazione del paio di ali anteriori (che prende il nome di “emielitre), mentre quelle posteriori sono completamente membranose.
Tuttavia, con il termine generico di “Cimici” si intendono svariati insetti con questa caratteristica, anche se dall’aspetto non propriamente identico e dalle abitudini alimentari diverse. Basti pensare alle Cimici dei letti (Cimex lectularius, famiglia Cimicidae), che possono infestare luoghi frequentati dalle persone dalle quali succhiano il sangue. Oppure alla Cimice assassina (Rhynocoris iracundus, famiglia Reduviidae), che ha un rostro formidabile con cui buca il tegumento di altri insetti e ne succhia il contenuto (un consiglio spassionato: non provatelo sulle vostre dita, perché fa malissimo…). O perché no, anche i cosiddetti “Carabinieri” (Pyrrhocoris apterus, famiglia Pyrrhocoridae) sono delle cimici. Cosi come gli afferenti alle famiglie dei Miridae, Lygaeidae, Nabidae, Rhopalidae, Scutelleridae, Coreidae, ecc., di cui spero potervi parlare in un altro post.
Per questo mi limiterò a parlarvi dei Pentatomidi (famiglia Pentatomidae), che annoverano tra le proprie fila specie prevalentemente fitofaghe, cioè che si nutrono di liquidi vegetali, con qualche eccezione di specie a dieta zoofaga.
I Pentatomidi sono delle vere e proprie Cimici, con la forma del corpo che ricorda vagamente un pentagono (da qui il nome della famiglia), anche se ci sono specie un po’ più allungate o più tondeggianti, e sono caratterizzati da colorazioni generalmente appariscenti o che imitano la vegetazione su cui vivono. Tutte le specie sono dotate di un rostro che a riposo si trova nella parte ventrale del corpo, con il quale bucano i tessuti vegetali e ne succhiano il contenuto: proprio questa loro prerogativa le rende tra le specie meno simpatiche ai coltivatori di tutto il mondo.
Da buone Cimici quali sono, i Pentatomidi se disturbati, producono quel gradevole olezzo, noto con il nome di “cimiciato”, e prodotto da ghiandole odorose presenti nella zona toracica: praticamente un maleodorante regalo per chi ci viene in contatto. Penso che sentiate l’odore già leggendo queste righe…
Ciononostante, se ci pensiamo bene, molti tra questi gentili animaletti ci avvertono che non sono particolarmente “appetibili” sfoggiando delle livree con colori vistosi, una sorta di semaforo per chiunque volesse avvicinarsi.
L’accoppiamento avviene con maschio e femmina che si posizionano diametralmente opposti rimanendo attaccati solo con l’apparato genitale (che si trova all’estremità dell’addome): i più romantici storceranno il naso, ma di fatto lo fanno senza guardarsi!
A questo punto le femmine fecondate iniziano a deporre le uova sulle parti verdi delle piante ospiti, spesso nella pagina inferiore delle foglie, in modo da rimanere nascoste e riparate: sono tipicamente a forma subcilindrica, diciamo “a barilotto”, con colori chiari che vanno dal bianco crema al giallo fino al verdognolo.
A schiusura avvenuta, le giovani piccole cimici hanno bisogno di nutrirsi ed iniziano a succhiare il contenuto dei tessuti vegetali grazie alla loro bocca a forma di stiletto, nella stessa identica maniera con cui si nutrono gli adulti. La loro presenza sulle piante ospiti determina lo svuotamento dei tessuti verdi, visibile sotto forma di punteggiature necrotiche o clorotiche, e la deformazione dei frutti in maturazione, oltre alla possibilità di trasmettere malattie batteriche o virosi. A questo si aggiunge la disgustosa capacità di donare ai frutti colpiti un tipico sapore sgradevole, noto comunemente come “cimiciato”. Penso che dopo questa descrizione non considererete più adorabili e tenerissime le baby-cimici…
Le piante ospiti delle cimici (giovani e adulti) sono molteplici, praticamente mi servirebbe tutta la pagina del blog per elencarle, tuttavia tra queste possiamo citare numerose piante da frutto (pomacee e drupacee), nocciolo, cereali, leguminose, piante ortive da foglia e da frutto, piante ornamentali, ecc.
Rimandando alle vostre domande eventuali precisazioni sulle singole specie, tra i Pentatomidi più noti e frequenti posso citare:
- la Cimice verde (Nezara viridula), una specie polifaga e cosmopolita, dalla tipica livrea verde brillante, facilmente ritrovabile sui pomodori in maturazione e nelle abitazioni in prossimità della stagione fredda;
- la Cimice asiatica (Halyomorpha halys), la new entry arrivata dall’Estremo Oriente che negli ultimi anni sta letteralmente invadendo le coltivazioni italiane, con danni ingenti a frutta e verdura. Apparentemente è molto simile alla nostrana Rhaphigaster nebulosa, dalla quale si distingue per la testa squadrata, per le bande triangolari sui lati del corpo e per una colorazione diversa delle antenne e delle zampe;
- le Cimici dei Cavoli (Eurydema ventralis ed Eurydema oleracea), dalle livree variopinte che sembrano disegnate da Mirò, ma per niente simpatiche soprattutto a coloro che coltivano per lavoro o per hobby cavoli e altre crucifere, sui quali determinano clorosi e necrosi fogliari (sia puntiformi che espanse), oltre all’aborti dei semi;
- le Cimici rossonere (Graphosoma italicum e Graphosoma semipunctatum), facilmente riconoscibili per via delle bande longitudinali rosso e nere, tipicamente legate alle piante della famiglia delle Apiacee, sulle quali sono facilmente trovabili sui grandi fiori a ombrella.
Oltre a queste non posso non ricordare le Cimici dei Cereali (Aelia acuminata e Aelia germari), la Cimice delle Nocciole (Carpocoris pudicus), la Cimice delle bacche (Dolycoris baccarum), la Cimice verde europea (Palomena prasina), la Cimice grigiastra (Rhaphigaster nebulosa), ecc.
Un caro saluto a tutte quelle non citate… Siete bellissime anche voi!
Il controllo delle Cimici, soprattutto nei periodi di massima infestazione, non è semplicissimo, ma in commercio sono presenti diversi prodotti di sintesi contatticidi o sistemici (piretroidi e neonicotinoidi), mentre nel biologico è possibile utilizzare prodotti a base di piretro (piretrine) e olio di Neem (azadiractina). L’uso di questi prodotti, oltre a seguire le indicazioni riportate in etichetta, va accompagnato da osservazioni continue delle piante, in cerca di uova, giovani o adulti di questi insetti, soprattutto per evitare di spruzzare roba quando non serve sulle nostre piante!
Per alcune specie, come per l’asiatica Halyomorpha halys, esistono in commercio anche trappole specifiche innescate con feromoni di aggregazione, utili per verificare la presenza della specie e per catturare numerosi individui quando sono presenti sulle colture.
Personalmente, soprattutto su piccole superfici, può essere sufficiente individuare e schiacciare le ovature, ma anche gli individui giovani e adulti (il famoso metodo del “pollice-indice”), ricordandovi poi di lavarvi bene le mani, altrimenti la gente vi terrà a distanza per il puzzo… Inoltre, un’ottima tecnica per tenere le Cimici un po’ lontane dalle piante in produzione è la messa a dimora di piante esca, cioè piante che le attirano terribilmente, come la senape o la colza. Può sembrare sciocco, ma ricordatevi che le attirano su di sé, non le uccidono! Se le volete morte, allora meglio propendere per una pianta carnivora come la Dionea…
Tuttavia la Natura è meravigliosa e ha fatto evolvere molte specie di insetti in grado di nutrirsi a spese di questi Rincoti. Alcuni sono dei mirabili parassiti degli adulti, come i Ditteri Tachinidi, delle particolari specie di mosconi, che appiccicano sul corpo delle malcapitate Cimici uova ellittiche di colore bianco, dalle quali nasceranno fameliche larve pronte a mangiare all’interno il loro ospite.
Ma esistono anche numerose specie di microimenotteri calcidoidei, ovvero delle minuscole vespette in grado di parassitizzare in massa le uova dei Pentatomidi, che in maniera quasi invisibile tengono a bada le popolazioni di questi insetti. Come capita spesso, le piccole cose determinano il destino di quelle più grandi.
Al prossimo post!
Francesco Croci
Illustrazione di Gianbattista Bertelli